domenica 30 settembre 2012

Visite dall'Italia- parte seconda

Bene, ma a parte Ginevra, cosa ci si puó aspettare di vedere in una visita di poco meno di una settimana?

A parte una sistemazione provvisoria (leggi: dormire sul divano con un gatto che vaga per casa), gli ospiti si possono attendere una certa facilità nel trasporto pubblico (il tram dalla stazione passa proprio sotto casa mia), un ascensore dai rumori inquietanti come alternativa a 8 piani di scale per accedere, e in generale una certa vicinanza ai servizi di base e a zone tranquille e verdeggianti per passeggiate serali. Ah, si, la visita alle cantine per chi avesse la curiosità di vedere il rifugio antiatomico con lavatrice dentro.
Il servizio turistico è un po' meno spartano, e prevede visite in battello, visita alla produzione di formaggio, e passeggiata sui monti. Oltre a chilometriche marce forzate per la visita di Ginevra, e una bevutina serale sulle rive del lago.
Andiamo in ordine. Sono stati mantenuti in attività a scopo turistico alcuni antichi battelli a ruote; anche se il tempo di viaggio è decisamente lungo e gli orari non proprio comodi, in un soleggiato 15 agosto le nostre eroine si siedono sul ponte del battello alla volta di Yvoire, in terra francese. Con la convinzione di essere in pochi: il 15 agosto non è festivo in Svizzera, e cade di mercoledì. Errore: il 15 Agosto è festivo in Francia, e la cittadina di Yvoire è un grazioso borgo di pescatori, ben conservato ma assolutamente turistico, e quindi affollatissimo. L'affollamento comincia già sul battello.
Ne è valsa la pena. Cittadina graziosa, castello (non visitabile) imponente, menzione speciale al ristorante bio che organizza gli ospiti in tavolate, attorno alle quali si scambiano commenti in 4 lingue (siamo state particolarmente fortunate). Superba passeggiata fuori porta, fra campi, boscaglie e spiagge sabbiose della riva francese del lago Lemano.
La visita a Gruyère prende un'altra giornata intera; due ore di treno, per la maggior parte su trenino regionale,  ci portano ai piedi del paese di Gruyère che ha dato il nome alla regione e al formaggio. Sul piazzale della stazione ci accoglie la formaggeria didattica; spiegazione con audioguida della storia del formaggio e della sua preparazione, esposizione di strumenti tradizionali per la sua fabbricazione, e soprattutto possibilità di vedere la produzione del formaggio in opera. Tre volte al giorno comincia il ciclo, il latte viene versato e poi riscaldato con il caglio, che viene poi tagliato e travasato nelle forme, scolate e poi portate verso la salamoia e la stagionatura. Il tutto dura circa un paio di ore, e i visitatori possono osservare l'operatore agire sugli ingredienti dall'alto di una vetrata.
Gruyère, piazza principale
 L'effetto deve essere un po' cavia da laboratorio, per il povero omino, che viene seguito con gli sguardi qualsiasi cosa faccia, che prepari gli strumenti o li pulisca, o che svolga operazioni di produzione del formaggio. Ma per i visitatori che si accalcano lungo le vetrate nelle fasi clou, è indubbiamente interessante, completata dalla visione delle cantine dove viene stagionato il formaggio.
 Dalla stazione parte anche un sentiero pedonale che in un quarto d'ora ci porta al borgo di Gruyère e al suo castello, sede dei conti omonimi (dinastia trasferitasi altrove nel XVI secolo per bancarotta).
Il giardino del castello
Il paese domina le valli attorno, ed è accessibile solo a piedi (parcheggio fuori, grazie); è certamente divenuto un paese turistico, ma in un modo meno evidente di Yvoire. Il castello merita una visita per gli interni ben conservati, per la visita ben guidata, per la vista spettacolare e per il giardino ben curato. Una sala del castello è dedicata a esposizioni di arte fantastica. Mano a mano che il sole cala, i nostri eroi rimandano la partenza di un'ora per finire di visitare le cinte murarie o per ristorarsi con calma nella quiete del tardo pomeriggio.
Il terzo motivo di interesse di Gruyère, il museo Giger, non è stato neppure sfiorato.


Ginevra dall'alto del Salève: vedete il getto?
Non puó mancare, in una rassegna per quanto breve delle cose da vedere a Ginevra, la visita sul Salève, montagna che domina la città e che è stata già scalata in una fredda domenica di marzo. Tornarci in agosto è un'esperienza: panorami limpidi, camminatori a frotte, boschi ombrosi in cui ci si rifugia con piacere dopo essere state al sole. 
Fattorie attive, famiglie che fanno picnic sui prati. Sentieri non interrotti dalla neve e una cartina dettagliata, oltre che qualcuno abile a leggerla che mi accompagna: è garantito che io non mi perda.
Le ore di camminata filano via piacevoli, fra aneddoti e ammirazione del paesaggio.
E la caccia alla vista perfetta di sua Maestà il Monte Bianco. Ci hanno promesso che si vedeva da Ginevra, è l'ultimo giorno di permanenza e la foschia ci ha sempre impedito di verificare questa notizia. Finalmente, regalo, oggi l'atmosfera è limpida e sua maestà può apparire in tutto il suo splendore.

Sua maestà il Monte Bianco troneggia sulle altre cime







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